La stimolazione bimodale di AvDesk contro i primi stadi l’Alzheimer
Uno studio10 condotto da neuroscienziati del MIT ha dimostrato che la stimolazione bimodale in topi affetti da Alzheimer ha ridotto significativamente le placche amiloidi dal cervello, favorendo il recupero delle funzioni cognitive e mnemoniche.
Nella immensa grandezza che la fragilità dell’invecchiamento rappresenta, con l’aumento dell’età media di vita della popolazione mondiale si è assistito a un incremento di patologie di demenza, che colpiscono soprattutto le persone più anziane.
Malattie che sono per lo più progressive, che colpiscono le capacità cognitive, comportamentali e interferiscono pesantemente con le attività della vita quotidiana.
La più diffusa tra le demenze è l’Alzheimer, che secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) rappresenta la settima causa di morte nel mondo1.
I risultati scientifici della stimolazione bimodale
Lo studio10 condotto da neuroscienziati del MIT (Massachusetts Institute of Technology), coordinati dal Prof. Li-Huei Tsai, ha dimostrato che la stimolazione bimodale in topi affetti da Alzheimer ha:
- ridotto significativamente le placche amiloidi dal cervello (c.d. placche senili, principali caratteristiche microscopiche dell’Alzheimer)
- migliorato le capacità cognitive e mnemoniche.
Linari Medical, da sempre pioniera in settori di avanguardia e promotrice del benessere della persona, sulla base delle evidenze di questa ricerca ha avviato una collaborazione con importanti Centri Nazionali per il monitoraggio e il contrasto del decadimento cognitivo.
Le strutture ospedaliere e le Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) si approcciano ad AvDesk come strumento di valutazione oggettiva del decadimento cognitivo, nei pazienti nelle prime fasi dell’Alzheimer.
Nato dalla collaborazione con l’IRCCS Fondazione Stella Maris, AvDesk è un dispositivo che lavora in telemedicina, costituito da un pannello di stimolazione circolare che va a coprire i 180° del campo visivo del paziente.
Tramite il pannello di stimolazione vengono erogati una serie di stimoli visivi e sonori, programmati secondo sequenze e frequenze temporali determinate da una terapia personalizzata adattata alle esigenze della persona.
Su pazienti che non riescono a percepire gli stimoli provenienti da alcune aree del campo visivo si assiste, tramite un percorso riabilitativo personalizzato, a una riacquisizione della percezione degli stimoli dell’area cieca e a un incremento della velocità di risposta su tutto il campo visivo.
In sole 2 ore di trattamento si assiste ad un incremento del 30% delle capacità di risposta agli stimoli su tutto il campo visivo.
Lo spazio Linari Medical Cloud consente al medico o terapista di creare ricette personalizzate, impostando parametri studiati sulle necessità del paziente.
In particolare, è possibile personalizzare la terapia definendo:
- il colore della luce del led
- la frequenza e il volume del suono
- la posizione dello stimolo sonoro e visivo
- stimoli sonori e visivi spazialmente e temporalmente coincidenti e non
- il tempo di presentazione del led e del suono
- l’intervallo di tempo tra gli stimoli
- la frequenza di intermittenza di suono e luce
- ricette di tipo randomico (impostando percentuali di accadimento) o sequenziali
Avdesk per rallentare il decadimento cognitivo
Ad oggi la diagnosi di Alzheimer si basa su una serie di esami clinici, indagini neuroradiologiche e valutazioni neuropsicologiche alle quali fano seguito le oltre 2.800 strutture pubbliche o private convenzionate: Centri Diurni (CD), Strutture Residenziali (RSA) ed in particolare i Centri Disturbi Cognitivi e Demenze (CDCD), principali nodi assistenziali deputati alla diagnosi finale.
Oltre che strumento di riabilitazione per mantenere il residuo delle capacità dei pazienti, AvDesk rappresenta un prezioso strumento di valutazione. Ad oggi, infatti, non esistono strumentazioni in grado di valutare oggettivamente il decorso del decadimento cognitivo.
AvDesk si pone come prezioso strumento per rallentare il decadimento cognitivo in pazienti agli stadi iniziali dell’Alzheimer, grazie alla possibilità di personalizzare il programma riabilitativo creando protocolli di cura adeguati alle caratteristiche del paziente. Infatti, permette di impostare programmi incentrati sull’allenamento della memoria, oltre che su esercizi specifici per migliorare le capacità decisionali del paziente, chiamato a prestare attenzione al task indicato dal terapista.
Il sistema di Intelligenza Artificiale di AvDesk, guida e monitora il paziente durante tutto il percorso terapeutico, fino all’elaborazione giornaliera dei grafici.
Premere il pulsante per segnalare la visione dello stimolo va inoltre a lavorare sulle funzioni esecutive, un insieme di abilità cognitive interconnesse che ci permettono controllare e autoregolare il nostro comportamento.
Ad esempio, nelle terapie di tipo mnemonico si prevedono infatti delle “ricette” dove si presenta più volte una stessa sequenza luminosa, per poi inserire un elemento disturbante come la luce di un colore diverso (falso positivo) alla quale il paziente non dovrà rispondere.
La persona inizierà quindi da quel momento a non fare più affidamento solo sulla componente mnemonica, ma dovrà restare concentrato per svolgere correttamente il task.
Con test di valutazione eseguibili tramite il dispositivo, viene valutata oggettivamente la risposta dei pazienti su archi temporali definiti. Lo spazio Linari Medical Cloud fornisce grafici dettagliati e di facile lettura, che permettono di confrontare le performance del paziente.
Alzheimer: più di 600.000 casi in Italia
Nel mondo, i dati del Global Action Plan 2017-2025 dell’OMS indicano che la demenza colpirà 75 milioni di persone entro il 2030, con circa 10 milioni di nuovi casi all’anno (1 ogni 3 secondi5).
In Italia 1.100.000 persone soffrono di demenza e si stimano oltre 600.000 persone affette da Alzheimer2. Sono circa 65.000 nuovi casi all’anno (il 50% dei casi di demenza), localizzati per il 47% al Centro, il 33% al Nord e il 20% al Sud3.
Nel nostro Paese, nel 2020 la demenza e la malattia di Alzheimer hanno provocato 37.768 decessi,quasi 4.000 in più rispetto alla media del quinquennio precedente. La crescita è legata agli effetti della pandemia, ma prosegue una tendenza già in atto prima della diffusione del Covid-194.
La malattia non colpisce solo le persone anziane, ma sono segnalati anche casi di Alzheimer precoce su soggetti di età compresa tra i 30 e i 60 anni.
La prevalenza di questa patologia aumenta con l’età e risulta maggiore nelle donne che, rispetto agli uomini, hanno maggiori probabilità (68,9%) di procedere a una malattia clinica e patologica molto grave. Nelle donne, la diminuzione dei livelli di estrogeni osservata durante la menopausa agisce sulla memoria e potrebbero accelerare la perdita sinaptica e l’insorgenza dell’Alzheimer6.
Le 7 fasi dell’Alzheimer e l’aspettativa di vita
L’Alzheimer rappresenta un tipo di demenza molto complessa, le cui cause sono ancora ignote, caratterizzata da un processo degenerativo delle cellule cerebrali.
Raggiungere una diagnosi di Alzheimer presenta un iter piuttosto complesso che arriva a durare mediamente 6 mesi.
Secondo una delle scale per valutare lo stato cognitivo (Clinical dementia rating scale o CDR estesa), il decorso si presenta in 7 fasi, con punteggio variabile (CDR) assegnato da un medico7:
- Assente: nessuna perdita di memoria o smemoratezza occasionale (CDR 0)
- Molto lieve: lieve smemoratezza e parziale rievocazione di eventi (CDR 0.5)
- Lieve: perdita memoria moderata e più rilevante per eventi recenti con interferenza nelle attività quotidiane, i lavoro e la vita sociale (CDR 1)
- Moderata: perdita memoria severa, il paziente richiede assistenza per abbigliamento, igiene e cura personale (CDR 2)
- Grave: perdita memoria grave, non in grado di uscire fuori casa (CDR 3)
- Molto grave: severo deficit del linguaggio o della comprensione, problemi nel riconoscere i familiari, incapacità a deambulare in modo autonomo, problemi ad alimentarsi da solo, nel controllare la funzione intestinale o vescicale (CDR 4)
- Terminale: il paziente è ormai allettato e richiede assistenza totale perché completamente incapace di comunicare, in stato vegetativo e incontinente (CDR 5).
Anche se la velocità di progressione varia di caso in caso, l’aspettativa media di vita dopo la diagnosi è tra i 3 e i 9 anni e soltanto il 3% delle persone sopravvive per oltre 15 anni8.
La cura dell’Alzheimer
Attualmente l’Alzheimer non è guaribile, ma esistono farmaci che possono migliorare alcuni sintomi nella fase prodromica della malattia.
Fondamentale è il sostegno dei badanti e dei familiari. Nel mondo circa 3 milioni di persone sono coinvolte nell’assistenza dei nostri cari, che tramite terapie occupazionali non farmacologiche (come la pet therapy e la musicoterapia) mirano a rallentare il più possibile il decorso della terapia. Anche l’attenzione allo stile di vita può ridurre i fattori di rischio, come obesità, fumo, eccesso di alcool, diabete, pressione e cardiopatie.
In Italia nel 2015 l’assistenza ai malati di l’Alzheimer è costata 38 miliardi di euro, di cui il 73% a carico delle famiglie.
Il costo medio per la collettività di ogni paziente di 70.587 euro all’anno9.
In occasione della Giornata Mondiale dell’Alzheimer (21 settembre 2023), si è tenuto a Roma il convegno “Il declino cognitivo e le demenze. Il dovere di aprire nuove strade”, nella quale è stata annunciata l’intenzione di proporre il rifinanziamento del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze per il triennio 2024-2026, di aumentarne i fondi e di aggiornare il Piano Nazionale delle Demenze (PND).
In Italia si sta cercando di far fronte destinando sempre più risorse alla ricerca di metodologie atte a rallentare il decorso della malattia e su studi destinati a permettere una diagnosi precoce.
AvDesk, grazie alla sua flessibilità e facilità di utilizzo, consente alle strutture ospedaliere e alle Residenze Sanitarie Assistenziali di utilizzare già da subito uno strumento utile all’attività di valutazione ed allenamento cognitivo di pazienti affetti da Alzheimer, nei primi stadi della malattia.